NOVECENTOPIÙCENTO

Il Comune di Milano bandisce un Concorso internazionale di progettazione, con procedura aperta, per la riconversione e annessione dell’edificio prospiciente Piazza Del Duomo, denominato “Secondo Arengario”, al percorso di visita del Museo del Novecento, con lo scopo di creare un unico grande complesso espositivo dedicato alle arti moderne e contemporanee, il cui standard per collezioni, spazi espositivi e servizi lo collochi tra le realtà museali più innovative a livello internazionale.

CREDITI
Committente: Comune di Milano
Luogo: Piazza Duomo, Milano
Concept: MOSAE srl

NUOVA PIAZZA

Il nuovo assetto dell’area, libero dall’infrastruttura tramviaria, rende possibile un utilizzo poco convenzionale per Milano dello spazio antistante: ribassando la quota di calpestio fino a -7.50 m, apriamo un nuovo ingresso ipogeo per il Museo.
Il nuovo collegamento, alla quota del piano interrato del primo Arengario, consente di mettere in comunicazione le due sedi museali con il vantaggio di preservare la continuità visiva con l’asse prospettico allineato alla Galleria Vittorio Emanuele.
Questo intervento, semplice ma decisivo, delinea un nuovo ambiente urbano che non è più spazio di passaggio, ma diventa un autentico luogo pubblico di riferimento contemporaneo per la Città.
Il nuovo volume di collegamento che si ottiene nel sottosuolo, illuminato naturalmente da grandi teche prismatiche in vetro, e che collega i due Arengari ospita il nuovo ingresso con la biglietteria e il bookshop, contribuisce ad ampliare gli spazi espositivi, distribuisce i flussi in entrata e in uscita garantendo così la separazione funzionale tra i percorsi di vista e quelli di servizio.
Il volume occupa tutta la sezione dei due edifici gemelli, trasformando in piazza pedonale il tratto di via Marconi compreso tra via Dogana e via Rastrelli.
L’intervento alterna operazioni di sottrazione e addizione: scavo della sezione stradale tra il corpo di fabbrica in linea che si attesta sul primo Arengario e l’edificio prospiciente, costruzione di una scalinata da via Rastrelli, addizione di due piccoli volumi laterali ipogei adibiti ad ospitare locali tecnici e di servizio del museo.
Il risultato è un sistema di piazze su due livelli: se da ovest viene garantita la continuità con P.za Duomo, sul lato opposto si forma una nuova piazza per l’accesso al Museo.

ESPERIENZA DI VISITA

Lo spostamento dei servizi di ingresso e uscita del Museo, biglietteria e bookshop, nell’area centrale tra i due Arengari, razionalizza l’esperienza di visita arricchendo le possibilità di storytelling dei percorsi museali. Il flusso dei visitatori ha origine da posizione baricentrica, raccoglie i flussi in ingresso da P.za Duomo, P.za Diaz, da P. ta Reale, dalla Metropolitana e li reindirizza verso le differenti collezioni. Per l’Arengario 2 proponiamo una sequenza di visita analoga a quella già consolidata dell’Arengario 1, con salita verticale da un piano all’altro e possibilità di discesa in un’unica soluzione alla fine del percorso.

FARE ARTE

La scelta di collegare i due Arengari con nuovi volumi ipogei garantisce la continuità del percorso espositivo tra i due corpi emergenti, che renderebbe superflua la presenza di una passerella di collegamento.
Tuttavia, da progettisti che si occupano innanzitutto di rispettare e di fare poi sintesi delle differenti e contraddittorie richieste e priorità emerse anche durante il percorso progettuale, abbiamo effettuato una scelta strategica di proporre una soluzione che abbia sia valore artistico che di attrazione turistica.
In analogia con quanto accade per i padiglioni temporanei della Serpentine Gallery proponiamo di installare una struttura ad innesto per ‘agganciare’ agli Arengari in forma temporanea e rimovibile non una sola ma innumerevoli passerelle “d’autore” che possono essere commissionate ad hoc secondo un calendario stagionale o in occasioni speciali.
In questo modo la struttura di collegamento non è un oggetto che rispondere solo ad esigenze funzionali di continuità del percorso di visita, ma diventa occasione, anzi pretesto, per un evento d’arte: un oggetto di volta in volta diverso e riconfigurabile che ad ogni nuova occasione richiama nuovamente il pubblico e l’attenzione del mondo.
Un connubio tra arte, architettura e ingegneria che trasforma un’infrastruttura funzionale in un’esperienza artistica che prende vita sulla scena urbana offerta dal contesto eccezionale di P.za Duomo.

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