ANSELM KIEFER

CREDITI
Artista: Anselm Kiefer
Mostra: “I Sette Palazzi Celesti 2004-2015”
Dove: Milano
Anno: 2019
Progettazione e Sicurezza: MOSAE s.r.l.
Team:Michele Maddalo e Alice Brugnerotto. Special consultant Stefano Monaco

Anselm Kiefer è nato l’8 marzo 1945 a Donaueschingen, in Germania. Cresciuto in un paese devastato dalla guerra, ha sviluppato un profondo interesse per la storia, la mitologia e la letteratura, influenze che hanno permeato il suo lavoro artistico.
Dopo il liceo si iscrive a Legge, ma nel 1966 lascia il corso per iscriversi a pittura, frequentando l’Accademia Staatliche Hochschule für Bildende Künste a Karlsruhe. Le sue opere sono caratterizzate da una combinazione di tecniche pittoriche tradizionali e materiali non convenzionali come piombo, sabbia, cenere e paglia. Questi materiali conferiscono alle sue opere una profondità fisica e simbolica, affrontando temi complessi come il nazismo, l’identità tedesca e la memoria collettiva. Si trasferisce a Friburgo e poi a Karlsruhe dove avvicina il pittore Horst Antes, che considererà il suo primo e vero maestro.
Sono gli anni in cui Kiefer inizia una serie di azioni artistiche che definirà “Besetzungen” (Occupazioni). Egli, provocatoriamente, si fa fotografare mentre effettua il saluto nazista davanti ad una serie di luoghi della Germania Ovest e della Germania Est che per lui hanno significato dal punto di vista mitologico e storico.
Da una parte della critica tedesca è tacciato quale neo-nazista, e per molti anni tale etichetta lo accompagnerà creandogli non pochi problemi dal punto di vista espositivo e quindi economico, mentre, altri critici, sempre tedeschi, ne esaltano il coraggio, cioè il come “egli mette il dito nella piaga in quello che è stato l’incubo della Germania nazista”

Attualmente, Kiefer vive e lavora in Francia, dove continua a creare opere che sono considerate potenti commenti sulla storia, la politica e la condizione umana.

Kiefer è noto per il suo stile monumentale e provocatorio, che fonde elementi della pittura contemporanea con la storia, la mitologia e la letteratura. Le sue opere sono spesso di dimensioni imponenti, creando un’esperienza immersiva per lo spettatore e trasmettendo un senso di grandezza e imponenza.

I Sette Palazzi Celesti [2004-permanente] Milano

“I Sette Palazzi Celesti 2004-2015” è un’opera permanente concepita e presentata a Milano nel 2004 da un progetto di Lia Rumma. Cinque opere pittoriche di grandi dimensioni, prodotte tra il 2009 e il 2013 e ancora inedite, formano insieme alle sette “torri” – oggi rese percorribili al pubblico – un’unica installazione. Le cinque grandi tele, aggiunte a completamento dell’installazione sono – Jaipur (2009); due opere della serie Cette obscure clarté qui tombe des étoiles (2011); Alchemie (2012); Die deutsche Heilslinie (2012-2013) – sono esposte insieme all’installazione permanente, conferendo un nuovo significato al capolavoro di Anselm Kiefer.
Le tele richiamano infatti alcuni temi già presenti ne I Sette Palazzi Celesti – le grandi costruzioni architettoniche del passato come tentativo dell’uomo di ascendere al divino e le costellazioni rappresentate attraverso la numerazione astronomica – e aggiungono inoltre alcune riflessioni centrali nella poetica dell’artista, quali la relazione tra uomo e natura, i riferimenti alla storia del pensiero e della filosofia occidentale.

L’opera è composta anche da sette torri monumentali, ciascuna del peso di 90 tonnellate e con altezze variabili tra i 14 e i 18 metri. Le torri sono costruite utilizzando cemento armato e piombo. Il piombo, oltre a garantire la stabilità delle strutture, ha un significato simbolico importante per Kiefer, rappresentando la malinconia e la pesantezza della storia. Ogni torre è composta da cinque a sette “cabine” sovrapposte, con aperture che permettono di vedere all’interno. Le cabine sono tenute in equilibrio da fogli di piombo posizionati agli angoli, che fungono da zeppe. Questo design evoca un senso di precarietà e instabilità, riflettendo le tematiche della memoria e della storia umana.

Le torri sono disposte lungo un’immaginaria linea frastagliata, creando un percorso che guida e allo stesso tempo ostacola il cammino dello spettatore.

L’installazione prende il nome dal trattato ebraico “Sefer Hechalot” (Libro dei Palazzi/Santuari), che descrive un percorso di iniziazione spirituale. Le torri rappresentano un punto culminante del lavoro di Kiefer, sintetizzando temi come la storia, la memoria e la spiritualità.

 

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